Opificio Lamantini Anonimi
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05 lug 2025

SEO post-AI: come cambia la visibilità organica

Strategie innovative per apparire nelle ricerche dominate dall'IA

"Chi domina le risposte oggi non usa solo SEO, ma AEO."

Non è più (solo) una questione di parole chiave

Una volta c'erano le keyword. Poi sono arrivate le long-tail. Poi ancora le entità semantiche, le domande degli utenti, l'intento di ricerca. Ora, con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa nei motori di ricerca, sembra che le vecchie regole della SEO si stiano sbriciolando come biscotti nel tè caldo. Ma è davvero così?

Spoiler: sì, ma non del tutto.

L’era degli assistenti (non dei motori)

Quello che un tempo era un elenco di link blu, oggi si è trasformato in una conversazione. Chatbot come Google SGE o Bing Copilot rispondono agli utenti con testi completi, spesso senza bisogno di cliccare su un risultato. Questo ha un nome: zero-click content. E una conseguenza: visibilità organica non significa più (solo) posizionarsi primi, ma diventare parte della risposta.

In pratica, non stiamo più ottimizzando per i motori di ricerca. Ma per gli assistenti. Benvenuti nell’era dell’AEO: Answer Engine Optimization.

SEO vs AEO: due approcci, un nuovo orizzonte

Se la SEO classica si chiede “come salgo nelle SERP?”, l’AEO si chiede “come faccio a essere citato in una risposta generata da un’IA?”. La differenza non è solo semantica. Cambiano le tecniche, gli strumenti, la struttura stessa dei contenuti.

Ecco alcuni principi chiave per affrontare la transizione:

  • Scrivi per rispondere, non per attrarre: le AI privilegiano testi chiari, diretti, informativi. Più che incuriosire, devi chiarire.
  • Dai priorità alla struttura: usa titoli gerarchici (H2, H3), elenchi puntati, definizioni. I modelli linguistici amano gli schemi.
  • Lavora sulle entità: nomi propri, concetti, relazioni. L’AI non cerca parole, cerca significato.
  • Cura il markup semantico: dati strutturati, schema.org, FAQPage, HowTo. Sono il tuo passaporto per essere “letti” correttamente.
  • Rendi tutto facilmente citabile: frasi brevi, definizioni chiare, micro-risposte.

Non basta esserci. Devi essere utile (e preciso)

Se la SEO classica poteva accontentarsi di attrarre clic con titoli accattivanti, oggi serve sostanza. Le AI non si fanno ingannare da titoli clickbait: se non hai la risposta giusta, vieni ignorato.

Questo implica una maggiore responsabilità nella produzione dei contenuti: le fonti devono essere verificabili, i concetti aggiornati, i dati corretti. Scrivere bene oggi significa aiutare l’IA a fidarsi di te.

Le nuove metriche del successo

Un tempo si guardava al ranking. Poi al CTR. Oggi bisogna iniziare a tracciare:

  • Presenza nelle risposte AI (snippet generati)
  • Mention da chatbot e assistenti
  • Coinvolgimento post-interazione (es. tempo su pagina dopo un clic da AI)

E qui entra in gioco la nuova analisi: meno SEO tools, più strumenti di osservazione qualitativa, heatmap, session recording e ricerca conversazionale.

Case study: Mappaly e la SEO aumentata

Nel nostro lavoro con Mappaly – portale eventi da oltre 120.000 pagine indicizzate – abbiamo visto come un sistema basato su IA possa trasformare radicalmente la gestione SEO: i contenuti vengono generati, arricchiti e categorizzati automaticamente, seguendo logiche semantiche e rispondendo a criteri di discoverability conversazionale.

Non è magia. È architettura. È pensiero strategico applicato al contenuto.

Strategie per il futuro (prossimo)

Se vuoi farti trovare in un mondo dove le ricerche somigliano a dialoghi, prova a:

  • Creare contenuti “a risposta”: FAQ, glossari, articoli HowTo, micro-pillole.
  • Mappare le entità chiave del tuo settore e costruire attorno a esse una costellazione di contenuti.
  • Integrare contenuti generati dall’utente (UGC) nei tuoi flussi, per aumentare rilevanza e varietà.
  • Usare l’IA come co-autore, non come sostituto. Aiutati con i tool, ma mantieni controllo e visione.

In sintesi: chi sa rispondere, emergerà

La SEO non è morta. Si è solo evoluta.

Oggi serve comprendere come funzionano gli LLM, come apprendono le AI, e come aiutare questi sistemi a riconoscerci come voci autorevoli e pertinenti.

Non si tratta più solo di salire nella lista.
Si tratta di entrare nel discorso.

Che sia un’idea, una curiosità, una sfida da affrontare, per noi non è mai “solo un contatto”.

È l’inizio di una conversazione, magari davanti a un caffè, reale o virtuale che sia.

Compila il form qui sotto e raccontaci cosa ti passa per la testa.

Promesso: niente automatismi, solo lamantini veri (con tastiera e cervello ben accesi).