Opificio Lamantini Anonimi
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03 lug 2025

Prompt Engineering: la nuova SEO del marketing digitale

L'arte di creare prompt per comunicare efficacemente con l'IA

"Parlare con l'IA non è un'opzione, è una nuova competenza essenziale."

Il futuro della comunicazione passa (anche) dai prompt

C'è stato un tempo in cui bastava scrivere "scarpe rosse tacco 12" per scalare la SERP. Poi è arrivato Google RankBrain, la semantica, i contenuti conversazionali. Ora, nel pieno di un'era dove l'Intelligenza Artificiale non solo comprende, ma crea contenuti, la nuova sfida per chi comunica è un'altra: sapere come parlare all'IA.

Benvenuti nell'era del prompt engineering.

Non è (solo) una tecnica da smanettoni o nerd appassionati. È una competenza trasversale che sta ridefinendo il modo in cui i professionisti del marketing, del design, della scrittura e della strategia digitale affrontano il lavoro quotidiano.

Ma cos'è esattamente il Prompt Engineering?

In parole povere, è l'arte di scrivere istruzioni efficaci per ottenere da un modello linguistico (come ChatGPT) una risposta utile, pertinente e di qualità. Una sorta di SEO per l'Intelligenza Artificiale: se nella SEO ottimizzi per Google, nel prompt engineering "ottimizzi" per il cervello algoritmico della tua IA.

E proprio come la SEO, non si tratta solo di parole chiave. Si tratta di contesto, tono, obiettivo, ruolo. Si tratta di sapere chi stai interrogando e cosa può effettivamente fare. Si tratta di progettazione.

I prompt sono UX

Un prompt efficace è come una buona interfaccia: invisibile ma funzionale. Non devi accorgerti della sua brillantezza, ma notare quanto è buona la risposta che ottieni.

Progettare un prompt, quindi, è un esercizio di empatia verso l'IA (e verso l'utente finale, se la risposta verrà letta da qualcuno). Non si tratta di dare ordini, ma di scrivere inviti chiari, contestualizzati, ricchi ma concisi. Esattamente come faresti con un brief creativo, o una richiesta al tuo team.

Prompting e strategia di brand

Pensare ai prompt solo come strumenti tecnici significa perdere un'occasione strategica. Per un'azienda, il modo in cui costruisce i prompt dice molto della sua cultura, del suo stile, persino dei suoi valori.

Se un brand lavora per costruire un tono di voce coerente, una narrazione riconoscibile e una visione originale, anche i prompt che formula (sia per uso interno che esterno) dovrebbero rispecchiare tutto ciò.

Un esempio? Un prompt che inizia con "Scrivi un testo come se fossi il nostro art director dopo due caffè e una notte insonne" racconta già molto più che un semplice "Genera un testo creativo". Racconta un tono, una personalità, un contesto. E quindi guida meglio anche l'IA.

La nuova alfabetizzazione professionale

Il Prompt Engineering è oggi quello che Excel era negli anni '90: un'abilità trasversale che può far risparmiare tempo, aumentare l'efficacia, migliorare i risultati.

Non è solo una questione tecnica, ma una nuova forma di alfabetizzazione comunicativa. E come ogni nuova lingua, si impara con pratica, tentativi, errori, riletture. Serve spirito critico, consapevolezza dei propri bias, capacità di valutare la qualità dell'output (non solo in base a quanto è ben scritto, ma a quanto è utile e coerente).

Cinque princìpi per progettare prompt migliori

1. Definisci il tuo obiettivo.
Non chiedere all'IA "Scrivimi un testo su...", ma chiarisci cosa vuoi ottenere: informare? convincere? far ridere? generare empatia?

2. Scegli un ruolo.
L'IA non ha un'identità, ma puoi assegnargliene una: "Agisci come un copywriter esperto", "Immagina di essere un coach per startup", "Rispondi come un designer ironico".

3. Fornisci contesto.
Lavori su un post LinkedIn? Una DEM? Un pitch per un investor? L'IA può adattarsi, ma ha bisogno di sapere dove si troverà il suo output.

4. Imposta il tono.
Professionale, ironico, empatico, provocatorio. I modelli linguistici sono ottimi camaleonti: sta a te scegliere la pelle da fargli indossare.

5. Chiedi feedback.
Sì, all'IA. "Spiegami perché hai scritto così", "Mostrami un'alternativa più chiara", "Riformula questa parte con un tono più semplice".

Prompt Engineering nei progetti reali

In Opificio lo vediamo ogni giorno: progettare prompt non è solo un modo per velocizzare processi o automatizzare task. È un modo per generare nuove idee, allenare la creatività, esplorare scenari.

Dai brainstorming assistiti ai naming per startup, dalla generazione di piani editoriali alla scrittura di concept visivi, tutto parte da un buon prompt. E non si tratta (solo) di scrivere bene, ma di pensare bene: come formulare la domanda giusta? come non fermarsi alla prima risposta? come costruire iterazioni?

L'intelligenza artificiale non pensa. Ma aiuta a pensare

Questo è il cuore della questione. L'IA non ha intuizioni, non ha esperienze, non ha visioni. Ma può metterti davanti a spunti, connessioni, alternative. Come un collaboratore molto veloce (e un po' logorroico).

Il Prompt Engineering non è solo un modo per ottenere di più dall'IA. È un modo per diventare noi stessi più strategici, più critici, più consapevoli nel nostro lavoro.

Parlare con l'IA, in fondo, è parlare con una parte nuova del nostro modo di pensare. E imparare a farlo bene è un superpotere che possiamo coltivare ogni giorno.

Che sia un’idea, una curiosità, una sfida da affrontare, per noi non è mai “solo un contatto”.

È l’inizio di una conversazione, magari davanti a un caffè, reale o virtuale che sia.

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Promesso: niente automatismi, solo lamantini veri (con tastiera e cervello ben accesi).