Opificio Lamantini Anonimi
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17 giu 2025

Da landing a ecosistema

Perché oggi progettare una homepage non basta più (spoiler: c'entra la UX)

"Un sito non è più una vetrina. È un ecosistema in cui l’utente si muove, esplora, sceglie. E vive."

Dal click alla relazione: cosa è cambiato

Una volta bastava una landing page ben fatta. Pulsante grosso, headline d’impatto, una promessa chiara e via, conversione ottenuta. Oggi invece siamo in un’altra era: quella dell’esperienza.

Il sito non è più solo un touchpoint, ma l’anello principale di una catena di valore. Serve a educare, coinvolgere, costruire fiducia. Deve essere vivo, modulare, capace di adattarsi ai bisogni dell’utente in tempo reale. Benvenuti nel regno dell’ecosistema digitale.

Il tramonto glorioso della landing

Nata come risposta a una logica di performance (clicca, agisci, sparisci), la landing page ha servito bene la sua funzione in un tempo in cui il web era più semplice e lineare.

Ma oggi la customer journey è un mosaico, non una freccia retta. L’utente entra da mille porte (Google, social, newsletter, QR code, voce del cugino) e pretende coerenza, senso e orientamento, qualunque sia il punto d’ingresso.

E allora? Addio landing? Non proprio. Ma basta pensare che una sola pagina possa fare tutto.

Siti che si comportano da prodotti

Un ecosistema digitale ben progettato si comporta come un prodotto: ha una sua logica interna, evolve nel tempo, raccoglie dati, apprende dai comportamenti.

Non è una collezione di pagine slegate. È un sistema pensato per far sì che ogni utente trovi la propria strada. E che ogni contenuto risponda a un’esigenza reale, in un determinato momento.

I team di prodotto questo lo sanno bene. Chi fa UX e sviluppo web, pure. Chi commissiona il sito… beh, va accompagnato a capirlo.

UX come colonna vertebrale

La User Experience non è più solo un “di più”, è lo scheletro stesso del sito. Ogni decisione di design (dal tono dei testi alla disposizione dei menu, dalla profondità della navigazione alla struttura delle call to action) è una scelta strategica.

Buona UX non significa solo "bello e comodo". Significa:

  • costruire fiducia,
  • ridurre la frustrazione,
  • stimolare l’interazione,
  • accompagnare nei micro e macro percorsi decisionali.

Un sito senza UX è come una mappa senza bussola: puoi anche avere contenuti fighissimi, ma nessuno li troverà mai.

Contenuti in movimento

In un ecosistema ben progettato, i contenuti non sono solo informativi: sono strumenti di relazione. Servono a costruire un’identità di marca coerente, a raccontare una visione, a creare connessioni.

Non basta dire “chi siamo” o “cosa facciamo”. Serve dire perché contiamo qualcosa nella vita di chi ci legge.

E serve farlo con intelligenza. Attraverso un tono di voce riconoscibile. Con attenzione alla SEO, certo, ma senza sacrificare il senso o la personalità. Perché il vero obiettivo non è “essere trovati”, ma “essere scelti”.

Dal sito vetrina al sito organismo

Il punto è tutto qui: smettere di vedere il sito come una vetrina, iniziare a progettarlo come un organismo.

Un organismo capace di respirare i bisogni dell’utente, di reagire alle sue azioni, di evolvere con il tempo. Un organismo con dentro una visione chiara, una direzione strategica, e sì, anche un po’ di poesia.

Perché no? Anche i bot amano le belle esperienze.

Che sia un’idea, una curiosità, una sfida da affrontare, per noi non è mai “solo un contatto”.

È l’inizio di una conversazione, magari davanti a un caffè, reale o virtuale che sia.

Compila il form qui sotto e raccontaci cosa ti passa per la testa.

Promesso: niente automatismi, solo lamantini veri (con tastiera e cervello ben accesi).